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futuro e crisi
WTI 2018-2023: 77.6 $/bl 2023, 94.9 $/bl 2022, 68.1 $/bl 2021, 39.1 $/bl 2020, 60 $/bl 2019, 65.2 $/bl 2018
Consumo mondiale petrolio (milioni di barili al giorno, media 2023)➲ 101,7 Mb/g (100,1 Mb/g media 2022) ⊟ Rendita petrolifera mondiale➲ 1,3% GDP 2021, World Bank ⊟ Emissioni globali➲ 37,4 GtCO2, energy-related 2023 (+1,1% annuale), iea ⊟ Emissioni per Paese e per settori➲ Global carbon atlas ⊟ Steel climate standard➲ CO2 settore siderurgico ⊟ CO2 atm ott 2024➲ 422 ppm (+1% annuale) ⊟ Anomalia mensile della temperatura media globale in superficie (ott 2024, il secondo caldo dal 1891)➲ +1,1°C (sulla media del 20° sec.) ⊟ Livello di transizione per Paese➲ Country tracker transition ⊟ Monitoraggio climatico➲ Italia, anomalie di temperatura e temperature medie ⊟ GHG protocol➲ misura e gestione delle emissioni ⊟ Atlante europeo ambiente e salute➲ Inquinamento atmosferico, rischio climatico, rischio idrico, Effetti combinati sulle disuguaglianze ⊟ Infrastrutture energetiche fonti fossili in realizzazione nel mondo (ott 2023)➲ 2.043 idrogeno - 532 ccs - 651 LNG - 472 raffinazione - 494 petrolchimici - 75 gas processing - 2.029 oil pipelines - 5.251 gas pipelines ⊟ Finanziamenti banche per fonti fossili➲ BOCC ⊟ EU Energy platform➲ call for joint gas purchases ⊟ Titoli energetici (Dow Jones indices, S&P 500 Energy, max sett 23)➲ 711,2 usd ⊟ Struttura prezzo del carburante (Unem da Mise)➲ euro/l ⊟ Energia eolica giornaliera UE➲ % di energia eolica nella domanda elettrica di ieri ⊟ Atlante globale energie rinnovabili➲ Irena ⊟ Massa antropogenica (consuno accumulato di materiali prodotti dall'uomo)➲ 1,1 Tt (teratonnellate) ≳ biomassa naturale equivalente a 1.100 miliardi di tonnellate ⊟ Equita' climatica SEI-EcoEquity➲ calcolatore share Paese ⊟ 6º rapporto IPCC (AR6)➲ cambiamenti climatici, rischio, economia, costi e opportunita' ⊟ Finanza climatica➲ flusso finanziamenti ⊟ European Extreme Events Climate Index➲ classificatore territoriale delle aree interessate da eventi meteorologici estremi ⊟ National air pollutant emissions data viewer 1990-2020➲ Emissioni inquinanti Stati UE ⊟ European Air Quality Index➲ Indice UE di qualita' dell'aria ⊟ Cambiamenti climatici➲ le ragioni di un nuovo paradigma economico-industriale ⊟ INNOPATHS, valutazione delle politiche di decarbonizzazione➲ calcolo degli effetti socioeconomici degli strumenti politici per la transizione lowcarbon ⊟ Finanza sostenibile ed emissioni CO2➲ BCE e banche centrali EU, indicatori statistici per l'analisi rischio cambiamenti climatici ⊟ Banche sostenibili➲ ranking bancario per % di sostenibilita' in portafoglio ⊟ Reddito e benessere, database mondiale➲ quota ricchezza nazionale dell'1% piu' ricco della popolazione, 1891-2015 ⊟ Piano UE per una transizione verde➲ Pronti per il 55% ⊟ Condizioni di equilibrio per un sistema terrestre giusto e sicuro➲ Safe and just Earth system boundaries ⊟ misure UE per rafforzare l'ecosistema europeo di produzione di prodotti delle tecnologie a zero emissioni nette➲ Net zero industry act ⊟ Innovazione, prontezza territoriale➲ EU, indice di competitivita' ⊟ WEF, strategic intelligence➲ Governance globale, mappa delle relazioni tematiche

Temperatura atmosferica terrestre oltre il limite di sicurezza ambientale - #CambiamentiClimatici #GlobalWarming § Il 2023 si conferma l'anno piu' caldo dal 1850, con una temperatura media di 1.48°C piu' alta del livello preindustriale. E' inoltre altamente probabile che il periodo di docici mesi terminante a febbraio 2024 superera' di 1.5°C la temperatura del livello preindustriale [...]

Strategic Intelligence Outlook - #CambiamentiClimatici #GlobalWarming #EnergyPolicy #ClimatePolicy #Economics #Geopolitics § Il mondo si confronta con una moltitudine di crisi interconnesse. Il World Economic Forum ne propone una mappa interattiva delle relazioni tematiche [...]

In sensibile aumento le temperature medie dei comuni italiani - #CambiamentiClimatici #GlobalWarming § L'innalzamento delle temperature ha pesanti conseguenze sugli equilibri degli ecosistemi naturali. In Italia la temperatura media del periodo 2009-2018 ha superato di oltre 2 gradi quella degli anni 1961-1970. In tutti i comuni italiani la temperatura e' aumentata, mediamente di 2,2°C. In 5 comuni l'aumento si e' attestato oltre i 4°C. Le grandi citta' risultano particolarmente esposte all'accumulo di calore. A Roma l'incremento e' stato pari a 3,67°C [...]

Mappa interattiva del rischio climatico nelle citta' italiane - #ClimateChange #ClimateCrisis #ClimateResilience § Secondo il Rapporto dell'Osservatorio CittaClima 2021, realizzato da Legambiente con il contributo del Gruppo Unipol e la collaborazione scientifica di Enel Foundation, dal 2010 al 1 novembre 2021 sono stati registrati 1.118 eventi meteorologici estremi (133 nell'ultimo anno, +17,2% rispetto alla scorsa edizione del rapporto) in 602 comuni (+95 rispetto allo scorso anno, quasi +18%) con 261 vittime (9 solo nei primi dieci mesi di quest'anno). Roma la piu' colpita, seguita da Bari, Milano, Genova e Palermo [...]

Quando e' grande il mercato del petrolio? - #FossilFuels #Economics # § Il mercato petrolifero in termini di valore della produzione e' piu' grande della somma dei 10 mercati piu' rilevanti di risorse metallifere

Stress idrico nel 2040, la mappa mondiale del rischio idrico secondo il Water resources institute - #ClimateChange #WaterStress # § According to the UN: "When a territory withdraws 25 per cent or more of its renewable freshwater resources it is said to be 'water-stressed'." Globally in 2018, just 18.4 percent of total renewable freshwater resources were being withdrawn. Regionally though, there are already places experiencing serious issues. Northern Africa has critical water stress levels, while Central and Southern Asia were classed as having high water stress. On the other end of the scale, 31 percent of the global population remained at the 'no stress' level

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The age of the tech giant - #OilCompanies #TechGiant § In 2005, the list of the world's most valuable listed companies was rather diverse, with a few large oil companies, but also multinational conglomerates, distribution companies, as well as those in finance and healthcare. But today, with the exception of Saudi Aramco, it is the American tech giants that dominate the rankings (although Tesla could also be put in the automotive category)

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LA100 - #Rinnovabili § Lo studio tecnico/economico piu' completo che esamini costi, benefici, programmi e percorsi per raggiungere l'obiettivo di portare la seconda citta' degli Stati Uniti allo stato energetico 100 per 100 rinnovabile [...]

Pandemia 2020 - #Covid19 § The proximal origin of SARS-Cov-2, "Nature", sull'origine del virus [...]

Sulla domanda di petrolio, dal 2002 in proiezione futura - Lampi sul Golfo, #Energia e #Guerra, nel modo di un conflitto permanente § Energia e guerra, una locuzione che puo' avere significati diversi: puo' essere avvertita come un'endiadi, e in questo caso intesa nel senso di 'guerra dell'energia' o 'energia guerreggiata', con accezione di carattere locale; puo' altrimenti essere percepita con senso disgiuntivo, quindi prima questioni inerenti all'energia poi circostanze belliche associate; puo' ancora essere considerata espressione di concomitanza, ovvero energia e guerra argomenti non discriminabili nel tempo e con carattere assoluto. La sua interpretazione dovrebbe essere inequivocabile conseguenza del contesto. Tuttavia le vicende recenti economiche, militari e politiche inducono a ritenere che sia l'ultimo dei tre significati a prevalere, almeno nel senso comune di immediata percezione. Il riferimento al conflitto iracheno e' fin troppo evidente ma affatto irrilevante. La portata di quello che e' accaduto, e che accadra' nei prossimi anni, in un'area nevralgica per gli equilibri energetici mondiali, si deve leggere alla luce dei parametri fondamentali del settore energetico su scala planetaria.
Tutte le analisi sulle tendenze dei consumi energetici del prossimo futuro concordano: sara' ancora il petrolio il cardine del sistema di approvvigionamento. La domanda mondiale di greggio si prevede pressoche' unanimemente in crescita. Anche se stimata in proporzioni differenti, si puo' ritenere a causa delle diverse visioni strategiche dei vari analisti, tale crescita potrebbe condurre nel 2020, dagli attuali 75 milioni di barili/giorno a una domanda variabile tra i 115 milioni di barili/giorno(1) e i 90 milioni di barili/giorno(2). Non considerando le problematiche concernenti i differenti tassi di crescita dei consumi petroliferi per area geografica e per categoria economica (Paesi OCSE, Paesi in via di sviluppo, ecc.), ne' le ragioni che conducono a previsioni quantitative sostanzialmente diverse, e che attengono alle modalita' di valutazione delle riserve di petrolio, argomento peraltro di grande interesse e caratterizzato da interpretazioni non univoche, e' opportuno soffermarsi sul significato geopolitico ed economico delle previsioni sull'andamento dei consumi rispetto alla circostanza che esse si riferiscono a una risorsa esauribile.
Quando una risorsa e' quantitativamente finita, come e' il caso dei combustibili fossili, in presenza di un elevato numero di giacimenti della risorsa stessa (leggi nello specifico sistemi petroliferi) e di un relativamente alto numero di compagnie in grado di esplorarli e coltivarli, l'evoluzione dello sfruttamento della risorsa, in termini sia di scoperte annuali sia di produzione annuale, segue le leggi statistiche della distribuzione casuale secondo il ben noto teorema del limite centrale. Pertanto, le curve dell'andamento delle scoperte e dell'andamento della produzione, espresse secondo la quantita' in funzione del tempo (per es. barili scoperti e/o prodotti per anno), assumono una forma a campana prossima alla curva di Gauss. Dall'esame della curva di produzione, si desume che in una prima fase, quando la risorsa e' abbondante, la crescita della domanda puo' essere soddisfatta da una produzione in aumento annuale, con tassi progressivamente piu' elevati. In prossimita' del massimo assoluto della curva, che rappresenta il picco di produzione della risorsa, raggiunto quando circa il 50% della stessa e' stato gia' utilizzato, la produzione annuale continua ad aumentare ma con tassi sempre piu' bassi. Superato il picco, la produzione nella prima fase di decremento segue tassi annuali crescenti, per tendere poi all'estinzione con tassi decrescenti. M. King Hubbert, geologo della Shell, nel 1956 fu il primo ad applicare questo modello ai sistemi petroliferi, prima alle singole regioni degli Stati Uniti, poi all'intera produzione nazionale di greggio: egli fu cosi' in grado di prevedere, escludendo l'Alaska, un picco di produzione intorno al 1969. Previsione brillantemente confermata nei dati ufficiali, infatti la produzione di greggio USA-48, ovvero esclusa la produzione dell'Alaska e quella dei giacimenti di mare profondo (profondita' > 500m), si trova attualmente nella parte declinante della curva con picco raggiunto nel 1971. Anche la curva di produzione dei giacimenti in Alaska ha superato nel 1990 il picco e attualmente vive la fase del declino. Il modello delle curve di Hubbert e' stato successivamente applicato per estrapolare previsioni sulla produzione di greggio delle varie province petrolifere fuori degli USA e anche mondiale complessiva. Secondo lo scenario elaborato dall'ASPO (Association of the Study of Peak oil), che colloca il picco di produzione mondiale nel 2010 con produzione giornaliera di petrolio convenzionale in quell'anno pari a 83 milioni di barili/giorno, nel 2075 sara' stato prodotto tutto il petrolio disponibile nella misura di circa 2700 miliardi di barili, compreso quello non convenzionale (sabbie bituminose, giacimenti polari, giacimenti di mare profondo, liquidi da idrocarburi gassosi). Questa impostazione metodologica, attualmente considerata attendibile anche da alcune multinazionali dell'energia (Shell in primo luogo), e' tuttavia ignorata, almeno in via ufficiale, negli scenari prospettati da autorevoli organizzazioni e agenzie del settore: USDOE, IEA, OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries), OGJ (Oil & Gas Journal). Tali interpreti dell'ottimismo petrolifero, adattando opportunamente alcune caratteristiche del modello a specifiche finalita' strategiche, giungono alla conclusione che il picco di produzione e' ancora lontano nel tempo e che inoltre non e' possibile prevedere le modalita' di declino della produzione. In primo luogo, argomentano che le curve di Hubbert, dette anche logistiche poiche' mutuate da un classico modello di crescita demografica in ambiente confinato (etimologicamente secondo alcuni piu' da logis, in francese dimora, che dal greco logistike) applicato allo studio di popolazioni della mosca della frutta (Drosophila), non possono corrispondere al reale andamento delle scoperte e della produzione in quanto simmetriche rispetto al massimo della funzione (picco). La caratteristica di simmetria e' determinata dall'invariabilita' delle condizioni a contorno, ovvero l'ambiente confinato per l'applicazione demografica della Drosophila, che nel caso specifico dei sistemi petroliferi non sarebbe confermata a causa sia degli sviluppi della ricerca e della tecnologia sia dell'andamento dei cicli economici di riferimento. I miglioramenti dei metodi di prospezione e delle tecniche di coltivazione dei giacimenti condurrebbero rispettivamente a incrementare ulteriormente le riserve, attraverso nuove scoperte e attraverso un migliore dimensionamento dei sistemi gia' individuati, e ad aumentare significativamente il fattore di recupero del greggio dai campi in produzione, quindi a spostare nel tempo il picco e a delineare una curva caratterizzata da produzione declinante con tassi inferiori rispetto a quelli relativi alla fase di produzione crescente. Inoltre, anche le variazioni del contesto economico interverrebbero sulla forma della curva: cicli espansivi, crescita della domanda, ecc., favorirebbero investimenti in prospezione e coltivazione, inducendo un incremento delle riserve a carattere impulsivo. Le precedenti argomentazioni hanno senza dubbio buone ragioni per essere formulate, tuttavia se opportunamente considerate non inficiano le conclusioni dell'analisi impostata sulla teoria di Hubbert. Per quanto riguarda l'aspetto della rivalutazione quantitativa (ricostituzione) delle riserve gia' in essere, che e' motivata dalla buona pratica di sottostimare inizialmente le nuove scoperte oltre a essere condizionata dai risultati dell'applicazione di nuove tecnologie, e' sufficiente retrodatare il nuovo valore all'anno di scoperta del sistema petrolifero per riportarsi nei termini dell'andamento di una curva logistica. Per quanto invece attiene agli effetti del miglioramento del fattore di recupero del greggio e delle caratteristiche di 'stop and go' dell'attivita' esplorativa, si deve precisare che le curve di Hubbert rappresentano un'approssimazione di quelle reali, nella quale possono rientrare le deviazioni causate da queste tipicita' del settore petrolifero. Esiste inoltre una prova consistente, forse definitiva, a sostegno del buon grado di attendibilita' della stima delle riserve secondo il modello di Hubbert: l'andamento delle cosiddette creaming curve. Si tratta di funzioni che rappresentano nel piano cartesiano il numero cumulativo delle scoperte in un sistema petrolifero (giacimento, bacino sedimentario, regione, area macroeconomica ecc.) in funzione del numero cumulativo di nuovi pozzi esplorativi effettuati nello stesso. Tali curve, che con il tipico andamento asintotico (a plateaux) individuano le risorse complessive del sistema considerato, confermano generalmente le previsioni basate sulle curve di Hubbert.
In conclusione, ci sono validi motivi per ritenere prossima la fase in cui l'offerta di petrolio non sara' in grado di sostenere la domanda. Raggiunta tale condizione, i Paesi con sistema energetico incentrato sugli idrocarburi ai quali non sara' consentito un accesso diretto al greggio dovranno affrontare sofferenze economiche strutturali. Pertanto, e' prevedibile che gli Stati oggi al vertice del sistema economico-finanziario fondato sul petrolio siano disposti a esercitare tutte le opzioni, compresa quella militare, per garantirsi una via privilegiata di approvvigionamento energetico. In questo panorama, non e' casuale che il governo USA, il Paese dal consumo pro capite di petrolio piu' elevato in assoluto, consideri il controllo della sicurezza degli approvvigionamenti di greggio come la priorita' strategica d'interesse nazionale. Nel caso degli Stati Uniti, l'intervento militare nei confronti del Paese OPEC dal piu' alto rapporto riserve/produzione sembra inoltre essere condizionato da gravi rischi d'ordine finanziario. La prospettiva di un eventuale generalizzato passaggio dal dollaro all'euro come valuta di riferimento nelle transazioni petrolifere, fatto balenare dalla scelta in tal senso del governo iracheno nel corso del 2002, metterebbe l'economia statunitense nella condizione di non poter garantire la gestione dell'ingente debito estero.
Nel trattare brevemente un tema cosi' complesso come quello dei rapporti tra disponibilita' delle risorse e dimensione della condizione di conflitto tra le nazioni, si e' voluto prescindere da implicazioni di carattere sia etico-morale sia ambientale (diritto all'autodeterminazione delle nazioni, sviluppo sostenibile, protocollo di Kyoto). Tuttavia, e' opportuno rilevare che nell'affrontare problematiche relative al confronto dei costi complessivi tra differenti fonti energetiche, questi ultimi rilevanti aspetti non possono essere tralasciati

(1)USDOE, US Deparment of Energy ; IEA, International Energy Agency
(2) J. Browne, group chief executive BP, British Petroleum, forum Davos 2001; J. Laherrere, Modelling all liquid production, Uppsala 2002

F. Catino
dicembre 2002
fc21.eu

Cina, il nuovo imperialismo economico - #Economia #Risorse § 2000 anni in un grafico, la storia dei rapporti di potere tra le principali potenze economiche mondiali. Stati Uniti, Cina, India, Giappone, Germania, Francia, Uk, Russia, Italia, Spagna a confronto, dall'anno 1 al 2017, rispetto alla rilevanza percentuale del PIL nazionale su quello mondiale. La spaventosa crescita della Cina dal 2010 (86,9%) [visualcapitalist.com]

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